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LE MIE POESIE

Confondermi di poesia è ancora un buon modo di rinascere

ogniqualvolta il giorno diventa fatica.

“Sii fiore”, la mia prima antologia poetica e fotografica dal 29 giugno 2023 è acquistabile sul sito di Affinità Elettive Edizioni
(edizioniae.it/catalogo/sii-fiore/), ibs.it, libroco.it, ebay.it, lafeltrinelli.it, mondadoristore.it, picclick.it, ecc… ed ordinabile in libreria.
 
Oppure, chiedete a me🫢😉!
 
Il libro è stato presentato al vernissage dell’evento d’arte “PóJēsis – Il fare dal nulla” lo scorso giovedì 6 luglio 2023 alle ore 17.30 presso la Sala Riunioni di Palazzo Bisaccioni in Piazza Colocci 4, a Jesi (AN).
 
L’incontro è proseguito con l’apertura della mostra pittorica presso le Sale espositive del Palazzo.

LEI

Lei amava scrivere poesie
per distaccarsi
dal mondo

come fanno le stelle
sospese da terra,

come splende quel sole
disperso nel cielo.

Lei,
aspettava le notti,
per sognare di più.

E trovare in ognuna
l’illusione di una sottile
felicità.

Lei,
viveva solo
di sensibilità.

E proprio
per questo,
cantava ai tramonti.

Lei,
era già vera così.

ALLE DONNE

Alle donne
occupate
a resistere,
creare,
correre,
conciliare,
reggersi
e medicarsi.

Alle madri.
Alle donne sole
e trascurate.

Dietro le quinte
e in disparte.
Dietro le altre.
Faticano anche loro.
Esistono anche loro.
Non son meno di tutte.
Anche se sempre ultime.

A donne così,
puoi solo dare una carezza di più.
Perché ci credono ancora.
E non è mai abbastanza.

E non potrai mai capire
il valore che hanno.
Come il cielo.
Senza fine.

IL SILENZIO DEL MERIGGIO

Ha un’aria pallida,
quasi assente al passare delle ore,
quelle del dopo pranzo,
generalmente quelle del riposo.

Il ritratto del cielo,
oggi somiglia ad un vagone
carico, pesante, pensoso.

Fa silenzio pure lui.
e attorno tutto tace,
come fosse l’ora
della meditazione.

La natura in raccoglimento,
interrotto – ahimè –
dal mio passo inopportuno,
su quella strada bianca.

Forse dovrei fermarmi
ed osservare come tutto è perfetto,
preciso, nel proprio luogo di nascita.

Resterei immobile ed estranea.

Ma si sentirebbero lo stesso
il mio battito,
il mio respiro,
il mio esserci.

Non dovrei turbare
questo magico incontro
tra la natura e il tempo.

Non è mai scontato.
Non è mai infinito.
Eppure sono lì.

Pure il vento sta a riposo,
come i piccoli corvi che restano zitti,
tanto che han da cantare pure oggi!?

Dovrei lasciar vivere
a sé stesso questo spazio candido
e allontanarmi, fuggire, ritirarmi
a miglior impegno.

E invece no…
Ho attraversato il sentiero,
la vigna e la collina,
per respirare la bellezza
oltre il tronco di una quercia,
o nel guscio di una ghianda,
nella venatura di un sasso,
nel lieve sballottamento
di due combattenti insetti.

Solo per vivere
un’emozione di più.
Poi, ho camminato verso la meta
di partenza.
Si è fatto umido
e il cielo è ancora bianco.

Anteprima di una sera
di quiete apparente.

Finisce così,
questo solenne dialogo a cielo aperto,
tra il paradiso
e la piccola operaia della vita,
qual sono.

A cui ho detto di te
(tanto lo sai!).
Mentre dentro quel ciclo cosmico,
il cuore intonava il più bel canto
mai ascoltato.

Del resto, nessuno l’ha mai udito.

Nemmeno in quel silenzio del meriggio.

NATA PER SCELTA DI DIO

Sei nata donna
per scelta di Dio.
Hai labbra morbide e sottili,
non solo per baciare le sue
e per sussurrargli poesie,
ma per difendere decisa
un nome degno di te
e aggrapparti a denti stretti
ai sogni belli del tuo essere bambina.

Tu mettici tenacia,
pretendi valore
e non trattenere coraggio.
Resisti agli affronti
e combatti in silenzio
quegli abusi mediocri
di chi ti chiude la bocca
con fare padrone fino a
renderti serva.

Non servono eroi né vincitori
nella partita giocata con te,
ma un sottile equilibrio
tra due pensieri scostanti.

E non pensare più
a certe sere sofferte,
sono pezzi di fotografia
ormai finiti nei ricordi.
Perché sai venerare, se vuoi.

Fin dove è più profonda
la tua anima.
Sei tu.

A dar luce all’ignoto
con il lumino del cuore
sempre acceso,
sempre a pieno ritmo,
sempre accelerato.

E quello che un tempo era il buio
ora diveniva scintilla.
Soltanto ascoltando
il tuo passo.
Sei nata d’amore
e tra tutte le cose
che hai provato a inventare,
di amare davvero forse hai vero talento,
e fidati, sei nata apposta per questo.

Miracolo di ogni epoca.
Riassunto di tante virtù.
Che tiene prima in grembo e poi in braccio,
una tenera vita, appena iniziata.
Semplicemente,
Donna.

IL PESCATORE DI SOGNI

Ho conosciuto un pescatore di sogni
e gli ho raccontato di me.

Ha iniziato a parlare per primo
mentre abilmente
imbastiva le reti per uscire la notte
ed avventurarsi in una nuova missione.

Mi ha spiegato com’è difficile gestire il mare,
quello che in una manciata di secondi
si alza in piedi e ti sbatte in faccia
tutta l’irruenza che gli scorre dentro.

Com’è terribile quando si agita
e ti sorprende nel buio spezzando
tutti i pezzi di cui è fatto il gozzo,
dalla poppa alla prua,
dallo scafo alla chiglia,
dal timone all’albero dritto.

E soprattutto squarcia il pianto,
urla di paura
e chiede pietà,
affonda pure il coraggio
in quelle notti lì.

In vetta alle onde puoi domare solo
il tuo grido di dolore, puoi soffocarlo
in attesa che la quiete si appresti
a proferire la notte e lasciare integro
il tuo operato.

Puoi solo sperare che il silenzio
si addormenti sull’acqua.

E la faccia prigioniera di sé
finché non te ne torni a riva.

Ma è splendida l’attesa,
e sa che prima o poi
tutto tace e lentamente
si fa l’aurora.

Perché lui va a caccia di sogni,
quelli che ti urlano dentro
e spaccano anche la più dura delle pietre,
quelli che anche in burrasca vanno
rincorsi, seppur con la corrente contraria.
Tutta colpa della volontà
e di una degna motivazione.
Se è forte, è quella giusta.
Sempre.
Perché se poi ti appaga
e ti va bene,
diventa favola.

Così mi ha detto, in una delle sue sere calme.
Poi gli ho detto è successo anche a me,
non dovevo gestire un mare di notte ma solo
un piccolo cuore innamorato.

È che quando è in tempesta
sembra impazzito
ed è inutile urlare o aspettare che passi!?
Sai, lui gli somiglia al mare,
lui non fa silenzio mai.

Io potrei insegnarti a riconoscere
un amore, mentre tu affondi le reti
fin sotto la deriva.
Per questo siamo nati,
per portare avanti una missione.

Questo gli ho detto.

E siamo rimasti seduti sulla barca
a guardare la luna dar la buonanotte
al mare.
Ma mai ai sogni.

LA CONCLUSIONE D’OGNI SERA

Bisognerebbe concludere
ogni sera con una poesia
stretta tra le mani,
da dedicare al cielo
e a tutte le stelle.

Senza lacrima alcuna,
senza boati nel cuore.
Senza macigni da portare,
senza sogni da seppellire.

Sarebbe come desiderar
di vivere la vita che qui,
selvaggiamente ti piega
al suo volere.

Come non volessi più volare.
Come non avessi più valore.

Quelle sere in cui
nemmeno la luna
cerchi più.

Perché a noi serve l’aurora,
sebbene sia profonda,
la notte.

ATTESE

Ho sempre aspettato la notte per sognare.

Invece, bastavi tu.

NON PENSAR MAI

Non pensar mai di finir così,
senza aver mai amato.
Fosse anche per un giorno solo.

 IL PROFUMO DEL BOSCO

Dietro casa mia
vive un bosco.

Una sorta di paradiso
dove abitano alberi e civette,
fiori gialli e lumachine.

Entrando in questo luogo
di innaturale quiete,
inizio il viaggio verso l’ignoto.

Lo attraverserei pure a piedi nudi
se non fossimo già nel cuore
umido d’autunno.

Qui la solitudine
ha un valore raro,
un nuovo significato,
appartiene a un simbolo sacro,

ha il potere di curare e levar via
anche le più subdole negatività,
argina i confini del passato
e celebra la vera bellezza.

Di ciò che resta
e di ciò che rinasce.
Di me.

Ritorno la fanciulla di un’altra epoca,
spensierata e pura come una Vergine.

C’è solo l’idillio tra me e l’inconscio
di questo spazio intimo ed eterno,
qui l’energia si muove piano
dalle gambe alla pancia,
sfiora le braccia,

arriva al cuore e poi ai polmoni,
giunge al collo,
tocca la bocca.

Entra nel cervello.

Ora mi sento piena così,
in questo sommo incanto.

Grata di stare qui.

Ma sola, no, mai.
Perché sei sempre dentro me.

Domani tornerò alla nostalgia
dei giorni di sole
e con i ricordi
scriverò ancora di te,

da quella panchina di legno bagnato,
con questa mano sottile,
ascoltando la musica
che dà l’eco al mondo.

La melodia più bella che c’è.

Quando avrai tempo,
raggiungimi.

Non c’è un bosco uguale all’altro.

E questo ha il profumo dell’amore

OLTRE QUELLA CURVA

Mi piacerebbe leggere di te,
a volte,
giusto per interrompere
il grigiore delle ore,
giusto per spezzare le formalità ottuse
del “non si può” o “non si deve”.

Oppure per non andar contro
un orgoglio senza senso.
Perché lo sai anche tu
che è senza senso.

Mi piacerebbe giungere alla fine
della collina gialla,
oltre quella curva
coperta di foglie
e trovare il tuo viso inumidito.

Stanco.
Provato dalla fatica della salita.
Solo per vedere il mio.

Ma resta un sogno
nato e svanito
tra le vigne a colori,
oltre le quali si apre la campagna,
ancora verde, ancora intatta,
ancora acerba per l’autunno,
alla quale affido una preghiera.

Mi impegno a pensare
e ad abbandonarmi al silenzio
fino a che non ti senta comunque
vicino, come dentro un petto.

Come a fianco al cuore.
È quasi pioggia.
Ed è quasi l’ora di rientrare.

Mi piace scrivere di te,
ma ora lascio qui questo breve viaggio,
per continuarlo domani,
o finché potrò,
o finché ti sentirò vicino.

Mal che vada,
ti avrò dentro il riposo notturno
e nel respiro di tutti i giorni.

IL SOGNO DI UN GABBIANO

Mi sono fermata ad osservare
il viaggio folle di un gabbiano,
fedele abitante dei mari.

Con quanta maestria
sovrasta prima le onde
e poi gli scogli.

Un momento lo vedi come faro al largo
del mare, impettito su quel palo di cemento
quasi dimenticato.

Un attimo dopo ti accorgi che sta planando
con l’occhio di un felino a mirar la sua preda
ancora libera in acqua.

E senza certezza alcuna
di poter accontentare il suo pranzo,
con furbizia si ferma
e aspetta il tempo giusto.

E si gode il sole e l’aria salmastra.

Riposa nel primo scoglio vicino
e deride alla cascata
delle onde in arrivo.

Riprende il volo
e raggiante continua la missione.

E per poco non acciuffa anche me!

Da sotto lo vedi,
nella sua pancia tutta l’anima del mare
e tra le sue ali argentate tutto il sapore del sale.

Come il più abile maestro di un’ orchestra,
dirige il canto meraviglioso della vita marina,
dalle onde ai delfini, dalle correnti alle balene.

Appagato non è
e spende interminabili ore
alla ricerca del suo pesce ideale,
fino a far visita a più lontani pescherecci
oltre l’orizzonte visivo,
ad incontrare altri mari,
altri oceani di un altro nome.
Altri desideri e altre voglie
racchiusi nel becco giallo,
nella piccola testa bianca,
nelle zampette bagnate.
Per aggiustare il giorno,
serve buona fauna,
non una di passaggio,
non una qualunque.

Una veterana del mare,
una viaggiatrice dei fondali,
una tenace battagliera tra le alghe.

La acciufferà
quando sarà il momento,
quando l’alta marea regalerà
a lui il suo obiettivo migliore.

Magari è così che funziona,
la volontà a non demordere
anche quando tutto sembra perduto,
apre varchi inimmaginabili
proprio quando il domani
è quasi cancellato,
e l’obiettivo appena scordato.

Messo a dormire.
Forse è così che avviene,
il destino ti riconsegna
a modo suo le forze spese
a inseguire una meta
probabilmente impossibile.
E lo fa nel tempo che decide lui,
a tua insaputa e nella più bella
ed inaspettata delle forme.

Che tua sia gabbiano,
umano o preda,
non abbandonare mai
il tuo sogno.

Siamo nati,
anche per questo.

MAI BRAVA A FOTOGRAFAR LA LUNA

Non sono brava a fotografar la luna,
troppo buio intorno
ad una faccia soltanto,
seppur bianca e bellissima,
seppur eterea e ghiacciata.

Non so renderle merito.
Meglio proseguire.

Ma son più brava a tenerti nel cuore,
sì, quello sì.

Via da lì, mai,
finché potrò vedere le stelle.

Finché ogni notte resiste.

NON È L’AUTUNNO

Ci sono giorni
in cui la notte
arriva prima.

Dopo tanto rumore,
preghiere e tormenti,
giunge così,
l’unico perpetuo grido.

Quel dolore che si fa sonoro
e finisce nel silenzio.
Sgretolando tutti i sogni.

I più fantasiosi, i più colorati.
Quanto sole
servirà ancora!
Ci sono ore in cui
il buio arriva prima.
E no, non è l’autunno.

MI AGGIUSTO I SOGNI

Ogni volta che mi guardi,
io vedo il paradiso.

Poi felice,
mi aggiusto i sogni.

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